#FuoriSalone 2014: quando il design moderno sposa l’architettura storica

Ne hanno parlato da più parti come l’evento dell’anno, quello delle prove generali in vista di Expo 2015, che punterà su Milano i riflettori del mondo. Insomma chi ha il compito di amministrare la città-vasta sta osservando come regge una comunità, in cerca di riscatto, ad uno stress-test. E allora giù con i numeri, le statistiche, che i quotidiani riportano in maniera roboante, per poter dire alla fine come siamo stati bravi… esperimento riuscito… che si aprano i giochi. Sì! Milano può sopportare numeri di visitatori ben superiori senza mandare tutto il sistema in tilt… fino a 20 milioni di turisti (numero di visite stimate dagli organizzatori Expo 2015!). Ma si sa Milano è sempre stata la città dal cuore grande, il paese dell’accoglienza… e perché no, a volte un po’ “bauscia”… e allora i grandi numeri a noi piacciono, anche se a volte sono esagerati e sono per un buon fine, quello di attrarre investimenti (ma poi a vantaggio di chi?). Ma giusto per vedere le cose da un’altra angolazione, io non parlerò di numeri, o dimensione dei flussi, bensì di qualità. In particolare di un sistema ben oliato di iniziative, che coinvolge tutta la città in occasione del Salone del Mobile, vero cuore della manifestazione ma che si tiene fuori città, e più precisamente, alla Fiera di Rho-Pero.

Fieramilano ospita il Salone del Mobile

Fieramilano ospita il Salone del Mobile

Così come ho già detto in occasione del mio contributo sul Cenacolo, ribadisco che Milano non può e non deve puntare su un unico tema forte, ma è bene allargare la platea delle offerte sull’intero patrimonio storico espresso dal territorio. Allora, se avete la pazienza di seguire il filo del mio ragionamento vi giustifico il perché: quando si prepara un evento importante come il Salone del Mobile, si sa che l’intera città, volente o nolente sarà coinvolta nella buona riuscita della manifestazione che avrà ricadute importanti sia sul PIL del Paese che nei bilanci dell’intero settore dell’arredo, della casa (inteso anche come fluidificante per il mercato immobiliare), della moda (che sempre design è), o delle nuove tendenze (inteso anche come pensiero propositivo e delle nuove idee). Ed è anche chiaro che la ricaduta sarà sulla vita di tutti noi, cittadini di Milano; esistenza in qualche modo perturbata, se non altro, solo per fare un piccolo esempio, in termini di trasporti o di tempi di percorrenza casa-lavoro per l’intera settimana. Allora il Fuorisalone è anche un evento per i milanesi, che devono farsi carico, non solo in termini negativi, ma anche in termini positivi della festa della creatività (così bisognerebbe viverla, non solo in un’ottica commerciale).

Riproduzione di una Venere di Milo in cartone pressato posta in un cortile di Via S. Andrea (Nextmade)

Riproduzione di una Venere di Milo in cartone pressato posta in un cortile di Via S. Andrea (Nextmade)

Ed è un’occasione culturale in cui Milano diventa vetrina di se stessa, il Comune tira fuori i gioielli di famiglia, svela i capolavori del passato in maniera tale da farne scenografie per le creazioni del moderno, per visioni contemporanee del mondo delle idee. Per questo ha fatto bene ad aprire i Musei civici gratuitamente alla cittadinanza e farne contemporaneamente un teatro per le performing arts, o di esposizioni, di istallazioni o semplicemente una fiera delle più nuove idee, rese concrete da una nuova generazione di designers (spesso anche giovanissimi!). A titolo esemplificativo porto il caso di Palazzo Morando in Via S. Andrea 6, ospitante durante l’anno le preziose raccolte storiche riguardanti l’immagine, non ultimo il costume e la moda, che Milano ha prodotto dal XVII sec. ai primi anni del XIX sec. Il tutto presentato nel ricco scenario di un palazzo nobiliare del Settecento appartenuto ai Morando Attendolo Bolognini.

Lucernario sopra lo scalone d'onore di palazzo Morando (Foto Ciabattine)

Lanternino sopra lo scalone d’onore di palazzo Morando (Foto Ciabattine)

Così ho avuto la gioia di poter gustare queste pregevoli atmosfere rivitalizzate per una settimana dal chiacchiericcio dei visitatori o dagli allestimenti moderni, affollatissimi di curiosi o di addetti ai lavori. Ma così come il museo, che per sua definizione è un luogo della cultura a esposizione permanente, anche i palazzi limitrofi e i loro interni, spesso anch’essi non meno nobili e dotati dei fantastici cortili, tanto decantati da Stendhal in visita a Milano nel XIX sec., si sono animati della stessa festosa cultura “in movimento”.

Cortile di Via S. Andrea

Cortile di Via S. Andrea

E così come palazzo Morando, anche Il Museo del 900, i Musei del Castello Sforzesco e le altre sedi museali civiche, non ultima la Triennale, sede deputata a essere il Museo del Design (anche se patrimonio comunale non è) sono diventate altrettante location atte a ospitare eventi per un nuovo modo di fare cultura e per fare festa (e pace) in questi giorni con tutti i suoi cittadini.